L’Arrangiamento
Produrre una Canzone – Le Varie Fasi che Portano alla Realizzazione di un Brano
Vuoi produrre una canzone e realizzare le tue idee musicali? Parliamo delle varie fasi che portano alla produzione di un brano: arrangiamento, produzione (di un singolo, un disco o un videoclip), missaggio e mastering, distribuzione e promozione? Ogni fase va seguita con cura e opportunamente progettata in modo da avere un buon rodotto finale…
Prefazione
In questa serie di articoli pensati per fare un po’ di chiarezza sulle varie fasi che portano alla produzione di un brano musicale (o un intero album) affronteremo vari argomenti dato che molto spesso il processo che trasforma l’idea in un brano finito può risultare confuso, speriamo quindi che questa guida possa far luce su eventuali dubbi e colmare qualche lacuna.
Come primo argomento parliamo dell’arrangiamento che è quella fase che inizia subito dopo la composizione nella quale si darà uno stile alla canzone mediante la scelta degli strumenti e la composizione dei vari elementi ritmici, armonici e timbrici che svilupperanno la canzone. Si inizia ad arrangiare solo quando la canzone nelle sue parti più importanti è già stata composta: è quindi già definita la struttura, la melodia delle varie sezioni come strofa e ritornello, l’armonia (gli accordi) del brano e il ritmo di base. Dato che sarebbe troppo lungo in questa sede discutere della composizione, affronteremo il tema in seguito in una serie di articoli di approfondimento, quindi per ora diamo per scontato che la canzone sia già composta per esempio chitarra e voce o piano e voce, potrebbe poi essere scritta su un foglio o registrata ma in ogni caso con tutte le parti definite.
I. Cosa Significa Arrangiare una Canzone
In fase di arrangiamento si procederà allo sviluppo degli elementi musicali seguendo la struttura della canzone: distribuire il ritmo fra basso e batteria, l’armonia fra chitarre e tastiere, comporre parti di fiati e archi, scegliere le entrate e le uscite degli strumenti (quando suonano e quando sono in pausa), comporre armonizzazioni secondarie come doppie voci e riempimenti, lavorare col timbro degli strumenti e sugli impasti fra più strumenti creando un sound che può essere legato ad un genere specifico, a un mix di vari generi o liberamente ispirato. E’ un po’ come dare un vestito alla canzone … Immaginate di dover andare ad una festa, scegliete il vestito che più vi piace e magari ad un altra serata andreste vestiti diversamente ma in fondo voi rimanete sempre la stessa persona anche con un abito diverso, quello che conta è non snaturare ciò che siete… Musicalmente parlando vuol dire che in arrangiamento si possono seguire tutte le direzioni possibili seguendo gusti e influenze personali ma è importante mantenere la “personalità della canzone” qualsiasi sia il vestito scelto, ed è proprio questa la cosa più difficile.
L’arrangiamento quindi non è solo un abbellimento che rende la canzone più piacevole da ascoltare, più aggressiva e più “da hit”, bensì una fase complementare alla composizione e solo se tutte e due le parti sono state sviluppate con coerenza e cognizione si otterrà un buon risultato finale che veicoli il messaggio del brano senza snaturarne l’essenza.
2. Peter Gabriel e il genere Pop
Per entrare un po’ più nel vivo ascoltiamo alcune canzoni nella loro versione non arrangiata confrontandola poi con quella finale del disco o live. Ho cercato in rete alcune canzoni famose di vari generi in versione acustica e arrangiata trovando anche delle tracce di Peter Gabriel tratte dall’album SO del 1986 che, in una nuova edizione espansa per il 25° anniversario, conteneva le tracce DNA. Queste versioni editate sono in pratica dei montaggi audio che passano attraverso le prime demo grezze e le varie versioni che si sono susseguite durante la lavorazione portando infine a quelle definitive. Ecco la prima e l’ultima traccia del disco, due song ben note dell’artista inglese, buon ascolto.
Analizziamo In Your Eyes e le sue trasformazioni: inizialmente c’è l’idea ritmica caratteristica della song, poi sentiamo Gabriel intonare la melodia della strofa (con frammenti di testo misto a parole senza senso) accompagnandosi al piano. In questo caso abbiamo una prima bozza della struttura con gli accordi per armonizzare la melodia della strofa e del ritornello e quindi la canzone risulta in questa fase già abbastanza strutturata. Poi inizia ad apparire l’arrangiamento con le percussioni, il piano digitale, il basso alcuni cori per la voce principale e il testo sulla melodia già abbastanza compiuto. Alla fine arriva la canzone completa (quasi definitiva) con le ultime rifiniture: come tutte le doppie voci, le chitarre e la batteria arricchita ecc.
Su Red Rain sentiamo una prima bozza della melodia con un testo non-sense ma già accompagnato dagli accordi del brano al piano, poi arriva subito un pre arrangiamento con percussioni e basso che tengono il ritmo e le chitarre che creano l’armonia. Di seguito appare lo special, cioè la parte a poco più di metà canzone, con il compito di spezzare la struttura strofa-ritornello prima del finale. Continuando abbiamo una versione del finale e ancora il ritornello sempre più definito anche nel testo e nei cori che supportano la voce principale, anche la chitarra e le sequenze di elettronica sono già più definite. La lavorazione chiude con un finale già abbastanza chiaro che richiama da vicino quello della track che poi è stata incisa sul famoso e fortunato disco del 1986.
2. Dave Matthews Band e le Contaminazioni fra Generi Diversi
Passiamo ora alla song Crush tratta dall’album in studio Before these Crowded Street della Dave Matthews Band uscito nel 1998. Una cosa importante da notare è che il caratteristico riff di basso della canzone non è presente nella stesura compositiva che tiene conto solo della melodia, dell’armonia e della figurazione ritmica di base. Tutti questi elementi sono poi distribuiti sui vari strumenti e sviluppati, in particolare poi nella linea di basso viene mantenuta la caratteristica figurazione ritmica e gli vengono associate delle note specifiche tratte dagli accordi che compongono la progressione armonica (cambiano le note seguendo gli accordi ma non il ritmo che resta costante).
Naturalmente anche la batteria è composta seguendo la figura ritmica di base in modo da formare un tutt’uno ma anche un incastro con il basso, nello specifico cassa, rullante e hi-hat a momenti suonano insieme al basso mentre in altri entrano nelle pause.
Pianoforte, fiati (sax e flauto) e violino fanno delle frasi melodiche di riempimento in stile jazz che danno un tono intimo e sensuale alla song (il testo parla di un uomo che esprime il suo folle amore verso una donna…), grazie anche al riverbero che li rende quasi sfocati e molto distanti, in netto contrasto con il basso e batteria che sono sempre molto presenti. Il ritornello è arrangiato rispettando ciò che era accennato nella versione chitarra e voce, il ritmo è mantenuto ma il sound perde l’intimità caratteristica della strofa èd molto più aperto, la melodia è più cantabile e tutti gli strumenti suonano in modo più presente con dei riff, accordi o degli inserti. Possiamo qui vedere applicato, in modo magistrale, contrasto che a livello compositivo dovrebbe caratterizzare le sezioni della strofa e del ritornello (dico dovrebbe perchè non sempre è così, ma il diverso carattere accentua sicuramente le emozioni percepite dall’ascoltatore e chiarisce meglio la struttura della canzone. Inoltre si evita la ripetizione e la monotonia che ritmo, melodia e armonia simili fra due parti fondamentali della composizione possono creare se non ben equilibrate nelle loro relazioni). Il carattere di contrasto può essere dato in fase di arrangiamento lavorando sugli aspetti timbrici o di strumentazione che abbiamo visto, tuttavia è molto meglio se il carattere delle singole parti viene impresso già in fase compositiva in modo da lavorare, fin da subito, su una base solida e ben pensata e non dover recuperare problemi di struttura se le parti sono debolmente composte.
3. I Radiohead e il Cambio di Direzione della Musica del Nuovo Millennio
Airbag dei Radiohead tratta dall’album Ok Computer che a inizio millennio ha ridefinito la direzione musicale degli anni avvenire creando uno spartiacque fra il prima e il dopo. Il concept dell’album è molto pessimistico e permeato da malinconia riguardante gli anni che stavano per arrivare caratterizzati da una società apatica, conformista, dominata dalla tecnologia e tendente a coltivare valori e sogni artificiali. In questo clima si snoda la canzone che nell’arrangiamento rispecchia queste caratteristiche per esempio nella voce cantilenante, un riff graffiante di basso e chitarra, un accompagnamento sfocato e non ben definito e non ultima una parte di batteria dirompente e costante forse metafora della frenesia della società… A rendere tutto più malinconico la chitarra eccessivamente riverberata che dalla seconda strofa fa la contromelodia alla voce di Yorke e un violoncello che ogni tanto appare. Sta a voi notare come già nella versione chitarra e voce siano presenti tutti i semi che germoglieranno nella versione definitiva, in questo caso l’arrangiamento ha definito meglio e intensificato il messaggio della canzone in una perfetta relazione fra testo e musica.
AIRBAG – Radiohead
Nella prossima guerra mondiale
In un bolide accartocciato
Sono rinato
Nel segnale al neon, che scorre su e giù
Sono rinato
In un’espolsione interstellare
Sono tornato per salvare l’universo
In un profondo, profondo sonno del innocenza
Sono rinato
In una veloce auto tedesca
Mi meraviglio di essere sopravissuto
Un airbag mi ha salvato la vita
In un’espolsione interstellare
Sono tornato per salvare l’universo
AIRBAG – Radiohead
In the next world war
In a jackknifed juggernaut
I am born again
In the neon sign scrolling up and down
I am born again
In an interstellar burst
I am back to save the universe
In a deep, deep sleep of the innocent
I am born again
In a fast German car
I’m amazed that I survived
An airbag saved my life
In an interstellar burst
I am back to save the universe
Analizziamo ora un’artista eccezionale che nel 2009 fu nominata dalla rivista Billboard come artista R&B/Soul del decennio per aver “cambiato le regole della musica black” e che inoltre vinse ben 15 Grammy Awards, e molti altri riconoscimenti, Alicia Keys.
In questa canzone Underdog uscita quest’anno viene espresso un messaggio di denuncia ma sopratutto di speranza per chi vive la vita con difficoltà, per quelle persone spesso relegate ai margini della società ma che, tenendo duro e continuando a credere fortemente in qualcosa, riusciranno un giorno a risollevarsi… (Da notare il legame del testo con il momento di pandemia che stiamo vivendo.) L’incredibile comunicatività è data certamente dalla splendida timbrica e vocalità della voce di Alicia Keys ma anche dalla scelta di un’armonia e una melodia molto semplice, dirette e ritmate. Questi elementi molto chiari messi insieme e ben incastrati hanno permesso lo sviluppo di un arrangiamento ben strutturato e dalla grande forza evocativa ed emozionale, traguardo importantissimo quando si vuole inviare un messaggio sociale importante e diretto come questo.
In questa song, come in tutto il genere R&B o Black, il ritmo la fa da padrone, quindi abbiamo come elemento predominante per caratterizzare e far funzionare l’arrangiamento l’incastro fra basso e batteria e il delicato equilibrio fra pieno e vuoto: sono infattoi presenti dei momenti di pausa nel basso e nella batteria che “svuotano la pulsazione del ritmo”. Una volta creato il perfetto incastro e averlo sviluppato nelle varie sezioni della struttura della song si avrà il motore principale su cui “poggiare” l’armonia del piano, della chitarra, degli altri strumenti e ovviamente la melodia della voce… Underdog quindi è una canzone tutto sommato semplice ma che contiene dei notevoli punti di forza e sopratutto la musica e il modo in cui è costruito l’arrangiamento la rendono una song perfetta per supportare il messaggio che, sia nel significato (con il testo) che con l’emozione (melodia e ritmo), si vuole far arrivare a più persone possibile.
5. La Musica Italiana con caratteristiche “Internazionali”
E’ il momento della musica pop-rock nostrana, parliamo quindi di Elisa cantante, compositrice e polistrumentista italiana, prendendo come riferimento una delle sue prime canzoni Labyrinth tratta dal disco Pipes & Flowers pubblicato nel Settembre del 1997. Procediamo prima con un’analisi della versione acustica per poi passare a quella della versione arrangiata… Strutturalmente abbiamo un introduzione che fin da subito mette in luce le doti tecniche di Elisa (per esempio la sua capacità di passare velocemente da un registro grave ad uno acuto e da un timbro all’altro usando magistralmente i vari tipi di emissione della voce di petto, di testa e mista), la strofa scandita da un rockeggiante riff, il bridge che introduce una progressione armonica che apre e rinforza il sound e serve per collegare la strofa al ritornello (bridge = ponte, struttura di collegamento fra due sezioni principali di un brano) che per contrasto apre ancora di più il sound sostenendo la melodia costruita sulla variazione fra registro acuto e grave che risulta così molto più incisiva. Lo special posizionato tra il secondo ritornello e il finale è diviso in due parti: una più distesa e calma e un’altra in crescendo sugli accordi dell’introduzione. Si arriva poi al ritornello finale che porta alla chiusura del brano.
Nell’arrangiamento notiamo da subito la presenza di un basso in primo piano che scandisce una pulsazione ritmica costante sul beat del tempo, la batteria molto presente e le chitarre elettriche distorte in pieno stile rock che passano dal riff della strofa, all’arpeggio del bridge fino ai riff acuto e più aperto del ritornello.
Struttura Formale – Labyrinth – Elisa
Battute | Armonia | |
---|---|---|
Intro | 16 | Mi – Re6/9 – Mi – Sol – La |
Strofa | 16 | Mi – Re6/9 – Mi – Sol – La (x2) |
Bridge | 20 | Si – Do#m – Si – Fa#m – Si – Do#m – La -Si – Do#m – La – Si – Sol#m |
Ritornello | 16 | La – Si – Do#m – La – Si – Fa#m – Re |
Iterludio (Intro) | 16 | Mi – Re6/9 – Mi – Sol – La |
Strofa | 16 | Mi – Re6/9 – Mi – Sol – La (x2) |
Bridge | 20 | Si – Do#m – Si – Fa#m – Si – Do#m – La -Si – Do#m – La – Si – Sol#m |
Ritornello | 16 | La – Si – Do#m – La – Si – Fa#m – Re |
Special | 40 (20+20) | Mi – Re6/9 – Domaj7 – Mi – Re (x2) | Mi – Resus2 – Sol – Resus2 – Mi – Resus2 – Sol#m |
Rit. x2 | 32 (16+16) | La – Si – Do#m – La – Si – Fa#m – Re (x2) |
6. Gli U2 e il Loro Capolavoro per Semplicità e Originalità: una Pietra Miliare nella Musica Pop
Torniamo alla musica internazionale con una delle canzoni pop che possiamo definire una capolavoro senza tempo With Or Without You degli U2 tratta dall’album The Joshua Tree del 1987. Propongo una bellissima versione molto minimale suonata direttamente da Bono Vox nel suo home studio e ovviamente la versione definitiva del disco con l’arrangiamento completo. La canzone pur avendo una struttura molto standard rappresenta un gioiello della musica grazie all’originalità e alla maestria con cui è stata arrangiata… In prima battuta è da notare la progressione armonica che ripete sempre i medesimi 4 accordi (Re – La – Sim – Sol), ma la continua tensione narrativa e il crescendo costante che conduce al climax finale fanno in modo che la povertà di elementi musicali che la costituscono non la facciano risultare monotona all’ascolto, ma che rappresentino proprio il punto di forza espressivo della canzone. Il basso e la batteria sono ritmicamente costanti per tutta la durata del brano ma ciò che fa la differenza è la genialità con cui è stata arrangiata la chitarra elettrica… In particolare la soluzione trovata dal chitarrista The Edge è stata quella di usare un suono molto “effettato” ricco di riverbero e delay (che è un po’ il suo marchio di fabbrica), ma sopratutto quella di creare dei feedback che fanno “fischiare” la chitarra (mediante il ritorno del suono dell’ampli attraverso i magneti dello strumento), facendola sembrare un sintetizzatore e usandoli per accompagnare in lontananza il brano veicolando le emozioni direttamente nel subconsio dell’ascoltatore. Questo modo di utilizzare timbricamente la chitarra rende la song estremamente particolare e sempre tesa emozionalmente, grazie anche alla splendida melodia e al testo molto profondo che riportiamo qui sotto. Un notevole uso delle tecniche di arrangiamento che creano un perfetto connubio fra poesia e musica!
With Or Without You – U2
See the stone set in your eyes
See the thorn twist in your side
I’ll wait for you
Slight of hand and twist of fate
On a bed of nails she makes me wait
And I’ll wait without you
With or without you
With or without you
Through the storm we reach the shore
You give it all but I want more
And I’m waiting for you
Withor without you
With or without you
I can’t live
With or without you
And you give yourself away
And you give yourself away
And you give, and you give
And you give yourself away
My hands are tied
My body bruised, she got me with
Nothing to win and nothing left to lose
And you give yourself away
And you give yourself away
And you give, and you give
And you give yourself away
With or without you
With or without you
I can’t live
With or without you
Oh, oh, oh
Oh, oh, oh
Oh, oh, oh
Oh, oh, oh
With or without you
With or without you
I can’t live, with or without you
With or without you
With Or Without You – U2
Guarda la pietra incisa nei tuoi occhi
Guarda la spina torcersi nel tuo fianco
Ti aspetterò
Gioco di mano e scherzo del destino
Su un letto di chiodi lei mi fa aspettare
E aspetterò senza di te
Con o senza di te
Con o senza di te
Nella tempesta raggiungiamo la riva
Tu dai tutto, ma io voglio di più
E ti sto aspettando
Con o senza te
Con o senza di te
Non posso vivere
Con o senza di te
E ti dai via
E ti dai via
E tu dai, e tu dai
E ti dai via
Le mie mani sono legate
Il mio corpo graffiato, lei mi ha lasciato
Senza niente da vincere e nulla mi resta da perdere
E ti dai via
E ti dai via
E tu dai, e tu dai
E ti dai via
Con o senza di te
Con o senza di te
Non posso vivere
Con o senza di te
Oh, oh, oh
Oh, oh, oh
Oh, oh, oh
Oh, oh, oh
Con o senza di te
Con o senza di te
Non posso vivere, con o senza di te
Con o senza di te
7. I Pearl Jam e la Rivolta al Rock Mainstream: Arriva il Grunge Sporcando i Suoni e Ridefinendo lo Stile degli Anni ’90
Chiudiamo con una canzone Grunge o Alternative Rock (genere creatosi all’inizio degli anni ’90 nell’area di Seattle che ha ridefinito il sound di quegli anni e continua a influenzare tutt’ora molti gruppi), la band scelta è quella dei Pearl Jam e la canzone che tratteremo si intitola Black, una ballad tratta dal loro primo e famosissimo album Ten del 1991. La versione live in solo è quella suonata e cantata dal leader Eddie Vedder il 24 Giugno 2017 al Firenze Rock per la morte del suo amico e frontman dei Soundgarden, Chris Kornell.
L’arrangiamento è strutturato in modo da esaltare il crescendo di dolore e disperazione del protagonista per la fine della sua storia d’amore. Come per la canzone precedente la ritmica di basso e batteria risulta essere abbastanza regolare, mentre le chitarre accompagnano con accordi e arpeggi aumentando pian piano la distorzione nel bridge e nel ritornello. La vera svolta del brano inizia nel secondo ritornello con l’apparizione del riff che sarà poi protagonista del crescendo che porterà al climax finale (notiamo che il riff viene anticipato per un attimo già alla fine del primo ritornello).Tutta la parte finale è formata dall’assolo e dal riff che, come un lamento ossessivo, chiude la canzone facendo risuonare le parole del testo: “Why? Can’t it be mine. We belong together!”. Notiamo come l’arrangiamento pur muovendosi con pochi elementi li dispone e li sviluppa meticolosamente per chiarificare e potenziare il significato e le emozioni espresse nel testo, è infatti proprio questo il suo scopo principale: vestire al meglio l’opera d’arte per fargli esprimere tutto il suo potenziale!
Emiliano Imondi
Black – Pearl Jam
Sheets of empty canvas, untouched sheets of clay
Were laid spread out before me as her body once did
All five horizons revolved around her soul
As the earth to the sun
Now the air I tasted and breathed has taken a turn
Oh, and all I taught that was everything
Oh, I know she gave me all that she wore
And now my bitter hands chafe beneath the clouds
Of what was everything?
Oh, the pictures have all been washed in black, tattooed everything
I take a walk outside
I’m surrounded by some kids at play
I can feel their laughter, so why do I sear
Oh, and twisted thoughts that spin round my head
I’m spinning, oh, I’m spinning
How quick the sun can drop away
And now my bitter hands cradle broken glass
Of what was everything?
All the pictures have all been washed in black, tattooed everything
All the love gone bad, turned my world to black
Tattooed all I see, all that I am, all that I’ll be, yeah
I know someday you’ll have a beautiful life, I know you’ll be a star
In somebody else’s sky, but why, why, why?
Can’t it be, can’t it be mine
We belong, we belong together, together!
Black – Pearl Jam
Fogli di tela vuoti, fogli di argilla intatti
Giacevano sparsi davanti a me come un tempo faceva il suo corpo
Tutti e cinque gli orizzonti ruotavano intorno alla sua anima
Come la terra intorno al sole
Adesso l’aria che ho assaporato e respirato è cambiata
Oh, e tutto ciò che le ho insegnato era ogni cosa
Oh, so che mi ha dato tutto ciò che aveva
E ora le mie mani amare si sfregano sotto le nuvole
Di quello che era tutto
Oh, le foto si sono tutte tinte di nero, che ha tatuato ogni cosa
Esco a fare una passeggiata
Sono circondato da alcuni bambini che giocano
Riesco a sentire le loro risa, e allora perché mi sento bruciare?
Oh, e pensieri contorti mi girano in testa
Sto girando, oh, sto girando
Quanto in fretta può tramontare il sole?
E ora le mie mani amare cullano i vetri rotti
Di quello che era tutto
Tutte le foto si sono tinte di nero, che ha tatuato ogni cosa
Tutto l’amore finito male ha fatto diventare nero il mio mondo
Ha tatuato tutto ciò che vedo, tutto ciò che sono, tutto ciò che sarò…
So che un giorno avrai una vita meravigliosa, so che sarai una stella
Nel cielo di qualcun altro, ma perché? Perché? Perché?
Perché non può essere, perché non può essere il mia?
Noi, noi, noi, noi, noi ci apparteniamo! Ci apparteniamo!
Contatti
PER INFORMAZIONI COMPILA IL MODULO QUI SOTTO
mobile: (+39) 333 432 8435 | Lun-Ven 9:00-20:00